Come prevedere meglio i modelli di pressione atmosferica del Nord Atlantico

Un team di ricercatori finanziati dall’UE ha affrontato la sfida di predire in modo efficace le variabili meteorologiche chiave e gli eventi climatici estremi nell’arco di diversi anni.

Il clima invernale europeo e nordamericano è dominato da variazioni nell’oscillazione nord atlantica (NAO, North Atlantic Oscillation), ovvero una fluttuazione irregolare della pressione atmosferica sull’Oceano Atlantico settentrionale. L’oscillazione nord atlantica può verificarsi su base annua, oppure possono verificarsi fluttuazioni a distanza di decenni. Tali variazioni si riferiscono all’oscillazione causata dal passaggio alternato tra due modelli prevalenti: il modo positivo e quello negativo. Nel primo modo, un forte massimo subtropicale di alta pressione è localizzato sulle isole Azzorre nel nord Atlantico centrale, con un forte sistema di bassa pressione centrato sull’Islanda. Nel secondo modo, sistemi di alta e bassa pressione più deboli si alternano sui medesimi luoghi. Gli impatti sul clima invernale legati all’oscillazione nord atlantica si estendono dalla Florida alla Groenlandia e dall’Africa nord-occidentale, attraverso l’Europa, fino agli estremi dell’Asia settentrionale.

La fase dell’oscillazione, ovvero se l’oscillazione nord atlantica è nel modo positivo o negativo, e la differenza di pressione fra i massimi e i minimi viene misurata dall’indice NAO. Negli ultimi decenni, la fase dell’oscillazione nord atlantica si sta spostando da valori di indice per lo più negativi a valori prevalentemente positivi, riguardo ai quali sembra probabile che le attività umane stiano svolgendo un ruolo importante. Per poter valutare meglio le proiezioni climatiche a lungo termine e prevedere le anomalie nel breve periodo è fondamentale eseguire delle previsioni decennali, in particolar modo per l’oscillazione nord atlantica e per il blocco sull’Atlantico del Nord, che si riferisce a una classe di sistemi meteorologici dalle medie alle alte latitudini.Un gruppo di ricercatori, in parte supportato dai progetti europei Blue-Action ed EUCP, ha compiuto un importante passo avanti in queste previsioni decennali. I ricercatori «hanno utilizzato un grande insieme di previsioni decennali e hanno raggiunto una notevole capacità nel riprodurre le variazioni pluriennali osservate nella frequenza del blocco durante la stagione invernale sull’Atlantico settentrionale e della medesima oscillazione nord atlantica», come riportato in un comunicato stampa di «EurekAlert!». Lo studio è stato pubblicato sulla rivista «npj Climate and Atmospheric Science». «L’occorrenza del blocco in certe aree della zona euroatlantica determina in parallelo un regime di circolazione e una fase di teleconnessioni note, come per esempio l’oscillazione nord atlantica, i quali di conseguenza influenzano la traiettoria della perturbazione e la frequenza e l’intensità di eventi climatici estremi». I ricercatori concludono: «Pertanto, un’efficace predizione delle fluttuazioni decennali della frequenza del blocco e dell’oscillazione nord atlantica può essere usata nelle previsioni statistiche delle anomalie climatiche nel breve periodo e fornisce un chiaro indizio riguardo al fatto che anche le anomalie climatiche d’impatto possano essere previste con dei modelli dinamici migliorati.»

Il progetto Blue-Action (Arctic Impact on Weather and Climate) che ha supportato lo studio è stato creato al fine di dimostrare il ruolo dell’Artico nell’aumentare la capacità predittiva sul clima e sul meteo dell’Emisfero settentrionale. La scheda informativa del progetto riporta: «Le capacità di modellazione e di previsione verranno migliorate individuando in primo luogo i fattori oceanici a bassa latitudine relativi ai cambiamenti regionali dell’Artico, e in secondo luogo gli impatti dell’Artico sul clima e sugli eventi meteorologici estremi dell’emisfero settentrionale».

Il progetto EUCP (European Climate Prediction system), che ha anche contribuito allo studio, è incentrato sullo sviluppo di «un sistema innovativo di previsioni climatiche basato su modelli climatici ad alta risoluzione a breve termine per l’Europa (1-40 anni circa)», come indicato sulla scheda informativa del progetto. Nella scheda si legge inoltre che il sistema verrà utilizzato «per produrre informazioni climatiche coerenti, autorevoli e utilizzabili… a supporto delle valutazioni legate ai rischi climatici e ai programmi di adattamento ai cambiamenti climatici». Il sistema esaminerà anche gli eventi meteorologici estremi dall’impatto elevato del passato e del futuro prossimo.


pubblicato: 2020-08-17
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