Migliorare la previsione delle precipitazioni estreme nei Paesi mediterranei

Uno studio finanziato dall’UE ha analizzato alcune modalità per migliorare le previsioni delle precipitazioni estreme nel Mediterraneo, scoprendo che gran parte di esse si verificano in autunno nelle aree occidentali e in inverno in quelle orientali.

Le precipitazioni estreme sono una delle calamità naturali più frequenti nel Mediterraneo, che provoca frequenti inondazioni e frane con conseguenze gravi per l’ambiente, la società e l’economia. Per questo motivo gli scienziati si stanno adoperando per comprendere questa calamità naturale e per capire come migliorarne la previsione. Tuttavia, è «estremamente difficile prevedere con molti giorni d’anticipo quando e dove esattamente si verificheranno le precipitazioni intense», spiega Nikolaos Mastrantonas della Technische Universität Bergakademie Freiberg (TUBAF) (Politecnico di Freiberg) in Germania, in un comunicato stampa pubblicato sul sito Web «EurekAlert!». «Perciò i ricercatori tentano di sviluppare nuovi strumenti che migliorino la previsione dei fenomeni atmosferici estremi, permettendo di emanare un’allerta precoce e introdurre strategie di mitigazione adeguate».

Mastrantonas è il primo autore di uno studio che analizza come migliorare le previsioni delle precipitazioni estreme nei paesi mediterranei. Sono due le novità introdotte dallo studio: in primo luogo, è stato impiegato un «approccio sistematico per tutto il Mediterraneo, che comprendesse tutto il corso dell’anno», in cui questi eventi atmosferici sono identificati sulla base del set di dati ERA5 più recente; in secondo luogo, la ricerca ha quantificato il collegamento tra le precipitazioni estreme e le configurazioni della corrente atmosferica su larga scala nella regione mediterranea. I risultati dell’analisi hanno mostrato una divisione spaziale netta nel verificarsi delle precipitazioni estreme: gran parte di questi eventi atmosferici, infatti, si presentano in inverno nel Mediterraneo orientale e in autunno in quello occidentale.Con il sostegno del progetto CAFE, finanziato dall’UE, il gruppo di ricerca ha analizzato le precipitazioni estreme verificatesi tra il 1979 e il 2019. Le condizioni meteorologiche giornaliere sono state raggruppate in nove diverse configurazioni della corrente atmosferica nell’area del Mediterraneo: depressione atlantica, depressione di Biscaglia, depressione iberica, depressione siciliana, depressione balcanica, depressione del Mar Nero, anticiclone mediterraneo, depressione minore e anticiclone minore. «In termini climatici il Mar Mediterraneo rappresenta una regione particolarmente interessante, poiché è circondato da ampi continenti e grandi catene montuose. Il clima regionale di questa zona dipende inoltre da configurazioni su larga scala nell’Oceano Atlantico, nei Balcani e nel Mar Nero», osserva il co-autore, il prof. Jörg Matschullat della TUBAF, partner del progetto CAFE.

Le nove configurazioni corrispondono a condizioni instabili, quali depressioni e saccature cut off, o sono associate a condizioni cicloniche o anticicloniche. «Condizioni di questo genere provocano precipitazioni estreme in diverse sottoregioni del Mediterraneo», commenta Mastrantonas. Il comunicato stampa di «EurekAlert!» fornisce un esempio: «Un sistema a bassa pressione con centro sulla Baia di Biscaglia aumenta di oltre sei volte la probabilità che si verifichino precipitazioni estreme nelle regioni costiere e montane di Spagna, Marocco, Italia e persino dei Balcani occidentali».Lo studio ha inoltre mostrato come le montagne creino una forte connessione tra luoghi distanti. Oltre il 30 % delle precipitazioni estreme in varie località dell’Italia occidentale si è verificata nello stesso giorno in cui eventi simili sono avvenuti a centinaia di chilometri di distanza, lungo le coste della Croazia e del Montenegro. «Ciò accade perché gli Appennini bloccano una parte considerevole del flusso d’aria e spesso spingono l’umidità a precipitare nelle regioni occidentali dell’Italia e, nello stesso giorno, sulla Croazia», spiega Mastrantonas.

Il prossimo passo per i ricercatori sarà quello di stabilire con quale efficacia i modelli di previsione meteorologica più recenti siano in grado di prevedere le nove configurazioni della corrente atmosferica. «Intendiamo incorporare queste informazioni in nuovi prodotti di previsioni meteorologiche, che forniscano informazioni sulle condizioni atmosferiche estreme nella regione del Mediterraneo su scala sub-stagionale», conclude il prof. Matschullat. Il progetto CAFE (Climate Advanced Forecasting of sub-seasonal Extremes) ha preso avvio nel marzo 2019 e durerà 4 anni.

Per maggiori informazioni, consultare:

sito web del progetto CAFE


pubblicato: 2021-06-01
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