TENDENZE SCIENTIFICHE: le riunioni virtuali sopprimono davvero la creatività?

Alcuni scienziati hanno analizzato se le chiamate video sono l’antidoto peggiore alla concezione di idee creative rispetto alle riunioni di persona.

Per motivi di necessità, le riunioni in presenza hanno lasciato il posto alle videoconferenze durante la pandemia globale. Persino con il ritorno al lavoro in ufficio, le aziende di tutto il mondo continuano ad abbracciare il modello del lavoro da qualunque luogo. Questa libertà è apprezzata anche dai datori di lavoro. Eppure, è possibile che questa dipendenza dalle comunicazioni online sortisca un impatto negativo sulla produttività?

Una ricerca pubblicata sulla rivista «Nature» risponde a questa domanda in modo affermativo. In base ad alcuni esperimenti condotti con lavoratori e lavoratrici in diversi paesi, si è riscontrato che le riunioni su Zoom ne soffocano la capacità di sviluppare un pensiero creativo. Nel complesso, 602 persone volontarie hanno partecipato a uno studio di laboratorio, mentre 1 490 tra lavoratori e lavoratrici di una grande azienda di telecomunicazioni sono stati oggetto di uno studio presso il proprio luogo di lavoro in Europa, Medio Oriente e Asia meridionale.I risultati dimostrano la minore efficacia dei colleghi nella generazione di idee creative durante le comunicazioni via video. Tuttavia, le riunioni virtuali non ne hanno ostacolato la capacità di concentrarsi e di prendere decisioni.

«Avevamo inizialmente avviato il progetto (nel 2016) poiché diversi responsabili e dirigenti avevano esternato che l’innovazione costituiva la sfida più grande durante l’interazione via video. E lo ammetto, all’inizio ero scettica», ha dichiarato alla «CNN» Melanie Brucks, prima autrice dello studio e professoressa assistente di marketing aziendale presso la Columbia University di New York. «Quando ci dedichiamo all’innovazione, è necessario discostarsi dalle soluzioni esistenti e proporre nuove idee attingendo ampiamente alle nostre conoscenze. Inventare modi alternativi di utilizzo di oggetti conosciuti richiede lo stesso processo psicologico.»

La dott.ssa Brucks ha aggiunto: «Questo tipo di attenzione visiva sullo schermo limita le funzioni cognitive. In altri termini, le persone sono più concentrate quando interagiscono via video, il che nuoce al processo di creazione di idee di ampio respiro ed espansivo.»

Per lo studio di laboratorio, i partecipanti sono stati abbinati a caso e incaricati di trovare impieghi creativi di un prodotto. Inoltre, si è compiuta una selezione casuale affinché collaborassero di persona o virtualmente. Le coppie virtuali hanno presentato un numero minore di idee. Nell’ambito dell’esperimento sul campo, le coppie di partecipanti sono state selezionate in modo casuale, sia per collaborazioni di persona che tramite chiamata video. Anche in questo caso, dovevano creare idee e sceglierne una da sottoporre in veste di nuovo prodotto. Persino in questo frangente gli incontri di persona sono sfociati in concetti più creativi. Ciononostante, durante la selezione dell’idea da presentare come innovazione futura del prodotto, si sono rivelate ugualmente efficaci le coppie che collaboravano tramite chiamate video e di persona.«Lo studio sul campo dimostra che gli effetti negativi delle videoconferenze sulla generazione delle idee non si limitano alle attività semplici, ma possono verificarsi anche durante sessioni di discussione critica più complicate e ad alta tecnologia», ha spiegato la dott.ssa Brucks. «Il fatto che replichiamo l’effetto negativo delle videoconferenze sulla generazione di idee nel nostro contesto in loco suggerisce che è probabile che tale effetto non si affievolirà man mano che le persone acquisiranno maggiore familiarità con software come Zoom o maggiore esperienza nella generazione di idee e nel lavoro insieme ai propri team.»

La dott.ssa Brucks ha dichiarato alla rivista «Scientific American» di non aver previsto che le riunioni virtuali rendessero più difficile la risoluzione creativa dei problemi. «A differenza di altre forme di comunicazione virtuale, quali chiamate telefoniche o e-mail, la videoconferenza imita in modo abbastanza accurato l’esperienza di persona; pertanto, sono rimasta stupita quando abbiamo rilevato differenze notevoli tra le interazioni di persona e via video per la generazione di idee.»

La modalità di lavoro ibrido è destinata a rimanere: ormai il lavoro non è più un luogo, ma è diventato uno spazio. Ora spetta a noi decidere quali attività lavorative si prestano meglio alla comunicazione virtuale rispetto ad altre.


pubblicato: 2022-09-22
Commenti
Privacy Policy