Un nuovo studio getta luce sulle implicazioni in materia di sostenibilità del consumo attuale di sabbia nel mondo e propone soluzioni per un sistema di gestione della sabbia globale più sostenibile.
Usiamo molta più sabbia di quanto pensiamo: questo materiale, infatti, è utilizzato per costruire strade, monitor di computer, e finestre e cemento dei nostri edifici. La sabbia è in realtà uno dei materiali solidi più estratti in tutto il mondo al giorno d’oggi. Insieme ad altri aggregati per l’edilizia, come la ghiaia e gli inerti frantumati, la sabbia ha svolto un ruolo fondamentale nel soddisfare la nostra esigenza di fabbriche più numerose, di alloggi più grandi e migliori e di una mobilità più estesa. Tuttavia, queste esigenze crescenti stanno danneggiando gli ecosistemi del pianeta, scatenando conflitti sociali e alimentando il timore che il mondo stia per terminare la sabbia a disposizione.
Un gruppo internazionale di scienziati ha ora fornito nuovi dettagli sulla sostenibilità del sistema della sabbia globale, offrendo soluzioni per un consumo di sabbia più sostenibile. L’approccio utilizzato riguarda tutta la rete di distribuzione della sabbia di una regione, considerandola come un sistema congiunto umano e naturale, creato puramente per fornire materiali utili a costruire gli edifici necessari per la società. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista «One Earth».
«Con questo studio guardiamo a ciò che dovremo fare come società se vogliamo promuovere un consumo sostenibile delle risorse di sabbia globali», ha osservato l’autrice principale, la dott.ssa Aurora Torres dell’Università cattolica di Lovanio in Belgio in un comunicato stampa pubblicato su «EurekAlert!». «Per un problema grave sono necessarie soluzioni drastiche: dobbiamo quindi cambiare davvero il nostro modo di agire, mettendo da parte i problemi e creando una strada verso la sostenibilità», ha sottolineato Torres, coordinatrice del progetto SANDLINK, finanziato dall’UE, il quale ha sovvenzionato parzialmente questa ricerca.
In cerca di tali «soluzioni drastiche», il team si è concentrato sulle reti di distribuzione della sabbia, analizzando le scorte di materiale e i flussi di aggregati per l’edilizia, e in particolare i loro esiti sostenibili: la sicurezza della fornitura, la responsabilità ambientale e lo sviluppo socioeconomico. Tale approccio incentrato sulla rete di distribuzione della sabbia integra l’analisi del flusso dei materiali e la teoria teleaccoppiata del sistema umano-naturale, con l’obiettivo di fornire un quadro più chiaro del sistema della sabbia globale, nonché degli stress sull’essere umano e sulla natura a esso associati.
Il teleaccoppiamento analizza da una prospettiva socioeconomica e ambientale le interazioni e le relazioni spaziali tra sistemi umani e naturali accoppiati distanti. «Una visione semplice non può risolvere sfide complesse legate alla sostenibilità», ha osservato il co-autore, il dott. Jianguo Liu dell’Università statale del Michigan, partner del progetto SANDLINK. «Nuovi approcci, come il quadro di teleaccoppiamento, aiutano a districare e ad accogliere la complessità delle sfide globali legate alla sabbia, mostrando la via verso soluzioni efficaci.»L’idea introdotta dai ricercatori nel loro studio è quella di trasformare la produzione della sabbia da un’estrazione di sussistenza a sistemi di fornitura regionale su scala più ampia, che includano mega-cave per inerti frantumati, dragaggio marino e materiali secondari riciclati. Secondo gli autori, una gestione adeguata delle risorse di sabbia richiede una buona comprensione del ciclo degli aggregati per l’edilizia. «[I]l sistema fisico è fondamentale per collegare le ripercussioni locali dell’estrazione di risorse naturali alle tendenze di sviluppo globali», afferma il co-autore dello studio, il dott. Mark Simoni dell’Università norvegese di scienza e tecnologia.
Oltre a fornire maggiori dettagli sul sistema fisico, gli autori propongono una mappatura spaziale dei collegamenti tra consumatori, commercianti e siti di produzione, come strada verso una transizione sostenibile. Viene così dipinto un quadro del modo in cui i flussi di fornitura siano legati a esiti sociali e ambientali specifici, permettendo alle parti interessate di comprendere i rischi e di creare politiche che ottimizzino i compromessi nella rete di distribuzione della sabbia. Un’altra proposta presentata dal gruppo è quella di comprendere i processi decisionali da cui derivano i cambiamenti in questa filiera.
Il progetto SANDLINKS (Framing sand sustainability in a telecoupled world), coordinato dall’Università cattolica di Lovanio, durerà tre anni e si concluderà nel 2022.
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