Gran parte del continente meridionale rimane congelata nel tempo, fornendo una finestra sul passato della Terra. Il nostro esperto Robert Mulvaney ci rivela a quando risalgono questi dati.
L’Antartide è così fredda che le nevicate si accumulano anno dopo anno, provocando in alcuni punti coltri congelate di ghiaccio spesse oltre 3 km. Si potrebbe pensare che per trovare il ghiaccio più antico, si debba semplicemente scavare sempre più in profondità, per trovare campioni sul fondo rimasti intrappolati per milioni di anni.
Ma come spiega Mulvaney del British Antarctic Survey nel Regno Unito, non è così. Egli ha fatto parte del progetto innovativo EPICA, finanziato dall’UE, che ha recuperato carote di ghiaccio di circa 800 000 anni e ora si sta preparando a perforare in una regione profonda circa 2 850 m, dove il ghiaccio potrebbe avere 1,5 milioni di anni.
«Trovare ghiaccio più vecchio di questo è un po’ più complicato della semplice perforazione più in profondità», dice. «La ragione di ciò è il calore geotermico, il calore del mantello terrestre, in grado di sciogliere il fondo di una spessa coltre di ghiaccio.»
Questo limita l’età del ghiaccio che gli scienziati possono trovare nei pressi del substrato roccioso. Il ghiaccio più antico ritrovato in Antartide, formatosi circa 4 milioni di anni fa, è stato effettivamente trovato vicino alla superficie.
«Immagina uno strato di ghiaccio che scorre lentamente fino al confine del continente e colpisce una catena montuosa lungo il suo cammino», aggiunge. «Ciò spingerebbe il ghiaccio verso l’alto, dove alla fine riapparirebbe in superficie. Chiamiamo queste regioni di “ghiaccio blu” e possono avere milioni di anni.»
È tuttavia molto difficile ottenere approssimazioni accurate dell’età di questo ghiaccio. Inoltre, queste regioni di ghiaccio blu non offrono uno sguardo cronologico nel lontano passato. Ecco perché, per scienziati quali Mulvaney, l’età non è tutto.
«Preferiamo trovare regioni di flusso di ghiaccio più stabili che assomiglino a una ciotola di ghiaccio capovolta, e quindi perforare verticalmente verso il basso fino a quando non ci avviciniamo al substrato roccioso», spiega. «Qui, ogni centimetro più profondo rappresenta un salto indietro nel tempo. Ciò che conta per noi è ottenere la documentazione stratigrafica completa.»
Questo è stato l’obiettivo del progetto Beyond EPICA – Oldest Ice, finanziato dall’UE, di cui fa parte il British Antarctic Survey. Il progetto è stato lanciato nel 2016 per identificare e perforare in regioni in cui potrebbero essere trovate carote di ghiaccio continue di età superiore a 800 000 anni.
È stata individuata una posizione promettente, a circa 40 km dalla stazione italo-francese Concordia, e l’UE ha finanziato un progetto di follow-up per allestire un campo remoto e per perforare e raccogliere campioni di carote di ghiaccio.
«Tornerò a perforare il ghiaccio entro la fine dell’anno e continueremo per le prossime brevi estati antartiche fino a raggiungere il substrato roccioso», sostiene. «Ci vorranno alcuni anni prima di analizzare carote di ghiaccio che potrebbero risalire fino a 1,5 milioni di anni.»
Questa ricerca è fondamentale perché potrebbe aiutare gli scienziati a risolvere un importante enigma climatico: perché, circa 1 milione di anni fa, i cicli glaciali sono cambiati da ogni 40 000 anni a ogni 100 000 anni. Le bolle d’aria incorporate nel ghiaccio profondo contengono la registrazione dell’atmosfera terrestre di quel momento e potrebbero essere fondamentali per risolvere questo enigma.
«Questo è l’obiettivo: comprendere questo primo periodo della storia del clima», osserva Mulvaney. «Perché si sono verificati cambiamenti climatici a lungo termine? Campioni ben datati di gas atmosferici del passato sono l’unica cosa che possiamo ottenere da queste carote di ghiaccio continue che non possiamo ottenere da altri dati climatici.»
Fai clic qui per saperne di più sulla ricerca di Mulvaney: Indagine antartica pre-perforazione in vista delle lezioni sul clima di «Oldest Ice»