Alcuni astronomi hanno creato nuove mappe tridimensionali che dimostrano l’accumulo di polvere attorno alla Terra a circa 13 000 anni luce rivolto verso il centro della galassia.
Un gruppo di scienziati, sostenuto dal progetto EXPLORE, finanziato dall’UE, ha compiuto un ulteriore passo in avanti per svelare i misteri della Via Lattea, la galassia costituita da miliardi di stelle, gas e polvere che consideriamo la nostra dimora. Avvalendosi di nuovi dati provenienti da uno strumento interattivo che impiega diverse serie di dati della scienza spaziale, hanno realizzato un’animazione per modellare la polvere presente nella Via Lattea. La loro attività è descritta in uno studio pubblicato sulla rivista «Astronomy ’ Astrophysics».
Lo strumento interattivo combinava i dati provenienti da Gaia, l’ambiziosa missione dell’Agenzia spaziale europea intesa a creare una mappa tridimensionale dell’intera galassia, con le misurazioni del sondaggio astronomico Two Micron All Sky Survey (2MASS). Tramite questi dati, lo strumento ha dato origine a mappe tridimensionali dell’estinzione, ossia l’oscuramento della luce delle stelle e di altri oggetti lontani, provocata dalla polvere interstellare che dalla Terra si rivolge verso il centro della Via Lattea. Il processo di estinzione è mostrato in un video su YouTube.Le mappe tridimensionali hanno permesso di osservare i contorni della galassia prendere forma man mano che si allontana lo sguardo dal pianeta Terra. Come riportato in un comunicato stampa pubblicato sul sito web del progetto EXPLORE, le mappe rilevano l’accumulo complessivo di polvere dalla prossimità della Terra a circa 13 000 anni luce in direzione del centro della galassia, che equivale a un decimo della Via Lattea. Vicino alla Terra è presente un vortice di polvere, che però si schiarisce lungo il piano galattico se ci si spinge sempre più lontano. L’animazione ha inoltre indicato l’esistenza di due finestre: una sopra e una sotto il piano galattico.
«Le nubi di polvere sono legate alla formazione e alla morte delle stelle; pertanto, la loro distribuzione racconta in che modo si sono formate strutture nella galassia e come si è evoluta la galassia stessa», afferma nel comunicato stampa l’autore senior dello studio, il dott. Nick Cox dell’azienda ACRI-ST, con sede in Francia, che ha coordinato il progetto EXPLORE. «Inoltre, le mappe sono importanti per i cosmologi poiché rivelano le regioni in cui non è presente la polvere ed è possibile avere una vista chiara e libera della Via Lattea per studiare l’universo che si trova al di là, ad esempio per effettuare osservazioni di campo ultra-profondo con Hubble o il nuovo telescopio spaziale James Webb.»
Il prof. Albert Zijlstra dell’Università di Manchester, nel Regno Unito, partner del progetto EXPLORE, commenta: «L’apprendimento automatico e l’analisi visiva all’avanguardia hanno il potere di migliorare nettamente il ritorno di dati scientifici e le scoperte per le missioni scientifiche spaziali; tuttavia, il loro utilizzo è ancora una novità nell’ambito dell’astronomia. Grazie al flusso costante di nuovi dati, quali la recente terza versione dei dati di Gaia a giugno 2022, disponiamo di una crescente ricchezza di informazioni da estrapolare, trascendendo i limiti di ciò che le persone potrebbero elaborare nel corso di una vita intera. Occorrono strumenti simili a quelli che stiamo sviluppando per EXPLORE per favorire le scoperte scientifiche, poiché ci aiutano a caratterizzare le proprietà contenute nei dati o a individuare le caratteristiche e le strutture più interessanti o inconsuete.»
Oltre alla scienza galattica, il progetto EXPLORE (Innovative Scientific Data Exploration and Exploitation Applications for Space Sciences) si dedica anche all’osservazione lunare e alla caratterizzazione delle stelle. Il progetto si concluderà a ottobre 2023.
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